Non si può certo definire un periodo tranquillo questo per Google. Dopo l’attacco di Microsoft con la divulgazione di un video della campagna “Scroogled”, in cui il colosso di Redmond senza mezzi termini accusa The BigG colpevole di inviare ai propri utenti email spam nella tab “promozioni” all’interno della nuova versione di Gmail, il colosso di Mountainview si vede ora “attaccata” riguardo una questione sulla violazione della privacy. In sostanza, ogni utente con account di posta Gmail, deve sapere che ogni missiva inviata verrà sistematicamente intercettata e letta da Google prima di essere recapitata al destinatario.
A dimostrare ciò è un documento di 39 pagine redatto in occasione di una class action mossagli contro pratiche di data-mining. Google, dal canto suo, ha risposto: «chi usa il servizio dà il consenso implicito al trattamento automatizzato delle proprie e-mail». Risposta questa che ovviamente non ha convinto i querelanti, i quali affermano che inviare una email equivale a spedire una lettera tramite posta ordinaria e l’ultima cosa che ci si aspetta e che il postino legga la nostra corrispondenza prima di essere recapitata al destinatario.
Ai giorni d’oggi la privacy è una questione molto delicata. Con l’utilizzo sempre più diffuso di PC, dispositivi mobili come smartphone e tablet, ovvero oggetti multimediali perennemente connessi ad internet e l’avvento dei social network, il confine tra privacy e la violazione di essa è molto sottile. Sapere con certezza che Google “legge” tutta la posta inviata tramite Gmail lascia alquanto perplessi; da oggi tutti gli utenti che utilizzano tale client per inviare messaggi, informazioni o documenti altamente riservati, ma non solo, dovrebbero seriamente riflettere se continuare ad utilizzarlo oppure no.